Nel mondo, solo 7 Paesi rispettano gli standard di qualità dell’aria di OMS. Il peso maggiore arriva dai trasporti, in Italia va male la Pianura Padana. La Francia si interroga sull’ìmpatto degli spostamenti
Solo sette Paesi nel mondo rispettano gli standard per la qualità dell’aria fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il report, realizzato da IQAir, ha preso in analisi 134 nazioni nel mondo, i cui parametri sono stati messi in linea con quelli dell’OMS. Risultato? Gli unici a rientrare sono Australia, Estonia, Finlandia, Grenada, Islanda, Mauritius e Nuova Zelanda.
La discriminante è il livello di polveri sottili, in particolare PM 2.5, che ha affidato al Pakistan in triste primato di nazione dall’aria più inquinata del mondo, con livelli di tossicità superiori di 14 volte rispetto ai limiti dell’OMS. Subito dopo ci sono India, Tagikistan e Burkina Faso. Dalla ricerca emerge anche come, dopo lo scoppio della pandemia da Covid 19 che ha rallentato le attività industriali in tutto il mondo, in nazioni come la Cina c’è stata una ripresa che ha registrato un +6,5% nei livelli di PM 2.5. L’inquinamento dell’aria uccide 7 milioni di persone all’anno, ricorda IQAir. Al netto dei Paesi, ci sono zone che purtroppo spiccano. È il caso dell’area di Begusarai in India, fra le aree urbane più tossiche del pianeta.
E in Italia come siamo messi? Se rispetto ai peggiori in classifica ce la passiamo meglio, sul sito di IQAir è possibile esplorare la mappa di ogni regione per capire che nel nostro Paese, com’era ovvio, l’aria peggiore è nella Pianura Padana. Su 7812 città prese in esame, Torino è al 2133° posto, con una media annuale di PM 2.5 che nel 2023 è stata di 12.9, mentre nel 2022 si era fermata a 7. Attenzione, la classifica è «al contrario», cioè la posizione più bassa corrisponde a un maggiore inquinamento. Torino, di conseguenza, si trova nella metà meno nobile della graduatoria. Fa peggio l’adiacente Pino Torinese, al 1530° posto. Milano è ancora più giù, al 1269° posto, con i PM 2.5 a quota 19 nel 2023, in discesa rispetto al pessimo 18.6 del 2022. Peggio ancora Padova, all’849° posto. Nel resto della Penisola si segnalano Roma al 2084° posto e Napoli meglio di Torino al 2700° posto. Ci sono poi due situazioni molto preoccupanti in Puglia, dove a Ceglie Messapica (411° posto) e Torchiarolo (344°), due comuni della Provincia di Brindisi, i valori registrati di PM 2.5 sono rispettivamente 35.6 e 38.1.
A pesare sulla qualità dell’aria, a parte alcune eccezioni, sono certamente i trasporti. Lo dice un’altra ricerca, realizzata da Transport & Environment, che rileva una crescita del 26% nelle emissioni in Europa dal 1990 a oggi. L’analisi include il trasporto su gomma e gli aerei. I gas emessi quando gli europei si spostano rappresentano il 44% delle emissioni totali del continente.
È vero che in generale, rispetto all’immediato passato, va meglio, ma continuano a essere gli spostamenti a produrre il maggior peso di emissioni. Se ne sta parlando anche in Francia, dove rispetto al 2022, lo scorso anno la qualità dell’aria è lievemente migliorata, ma su 289 milioni di tonnellate di gas serra, 96,2 milioni arrivano dai trasporti.