Foto in copertina di bulbocode09 da Flickr

Caro prezzi, hotel e bed and breakfast a cifre folli, camere a costi esorbitanti in precisi periodi dell’anno. Questioni che, a Torino, stanno tornando sempre più spesso negli ultimi anni, ma che sono paradossalmente un sintomo positivo: vuol dire che la meta è sempre più gettonata e in occasioni come quelle delle ultime Atp Finals (la TgR ha parlato di case anche a 1800 dollari a notte nella zona dell’Inalpi Arena). Il tema è più profondo: in un mercato liberalizzato come quello della ricezione che cosa vogliamo aspettarci se non la crescita dei costi delle camere direttamente proporzionale a quella degli arrivi?

È il turismo, bellezza. Basta dare un’occhiata in giro per capire cosa significhi. È vero che il turismo è positivo per l’economia, così come è vero che Torino, da decenni, cerca di diventare meta turistica e ci prova letteralmente in ogni modo. Occhio a non farsi mangiare, però. Turismo significa anche infrastrutture – che Torino non ha ancora a sufficienza – per muovere le persone, significa prezzi dei servizi che crescono perché aumenta la domanda. Questa banalissima legge di mercato si applica a qualunque cosa e, di conseguenza, se abbiamo una maggiore pressione turistica, salgono i costi delle camere di albergo, ma salgono anche gli affitti, perché diventa più conveniente convertire le case in AirBnb che affittare alle famiglie. Dove si va a vivere, quindi? Così i centri cittadini si possono svuotare per trasformarsi in grandi alberghi diffusi. È il caso di Napoli, ad esempio, ma ci sono altri esempi in Europa.

Torino è lontana da quella prospettiva, almeno per ora, ma i continui investimenti non possono che portare in una direzione analoga. Lo abbiamo già visto con le zone universitarie, dove gli affitti hanno subito un’impennata perché con gli studenti si guadagna di più. Molto semplicemente: una casa per quattro persone, anziché essere affittata a 500-600 euro mensili a una sola famiglia, può essere affittata a quattro studenti a 250 euro a testa per un totale di 1000 euro. Gli studenti non hanno grosse pretese sulla qualità della casa e dei mobili, al massimo creano qualche problema di schiamazzi. Nulla di che, a parte qualche caso limite. Minimo sforzo, massimo risultato. Per non parlare di chi compra negozi e botteghe per trasformarli in ristoranti, altro fenomeno collegato. Però non divaghiamo.

La questione è molto simile per quanto riguarda i turisti. L’aumento incontrollato dei prezzi in occasioni precise, come ad esempio le Atp Finals (ma non è la prima volta che succede), è un indicatore da non sottovalutare. Va tutto bene, il turismo cresce, le Atp funzionano (ma prepariamoci a salutarle fra pochi anni) e la fama della città nel mondo migliora. Tuttavia, proprio per questi motivi, è il caso di intervenire per tempo e dotare Torino di un piano di governo del turismo, per capire se le tariffe possano essere calmierate e se la gestione degli affitti possa essere gestita in qualche modo.

Viviamo, comunque, in una società che privilegia l’iniziativa del singolo rispetto al benessere della comunità e di certo non partirà da qui una rivoluzione culturale e sociale, per questo sono pessimista. Non possiamo pretendere che un albergatore non aumenti il prezzo di una camera nel momento di massima richiesta, ma la città va governata anche sotto questo aspetto. Abbiamo tutto il tempo e la calma possibili per farlo bene, ed è il motivo per cui probabilmente non faremo niente.

Un pensiero riguardo “Prezzi più alti? È il turismo, bellezza. E va governato

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