La foto in copertina arriva da Pexels e non c’entra con Torino, ma non ho immagini di mia proprietà che documentino il fenomeno, perciò non posso fare altro.
A volte mi capita di uscire con il cane piuttosto tardi per le abitudini, quindi intorno a mezzanotte, e di dover gestire il povero amico peloso terrorizzato oppure incuriosito (ancora non ha capito nemmeno lui) perché mentre rientriamo partono i fuochi d’artificio. Non è mia moglie che festeggia per il nostro ritorno, ma una costante colonna sonora che accompagna le serate torinesi. Ho potuto verificare che non è nemmeno una consuetudine del quartiere in cui abitiamo, ma è diffusa su tutta la città. Da quel poco che si sa, avrebbe poco fondamento la leggenda metropolitana che vuole questa pratica come «avviso» degli spacciatori ai clienti, per segnalare l’arrivo di un nuovo carico. O meglio, qualcuno – per la legge dei grandi numeri – ci sarà di certo, ma è difficile pensare che siano la maggioranza, altrimenti basterebbe organizzare delle retate intorno ai botti. Allora, chi sono queste persone e perché lo fanno?
La spiegazione appare molto più banale. Sarebbero persone che festeggiano un compleanno o un qualche evento, anche perché facendoci caso, i fuochi d’artificio arrivano tendenzialmente a mezzanotte (non è una regola, ma avviene molto spesso) e questo lascia pensare si attenda appositamente l’inizio del giorno successivo. Un compleanno? Un anniversario? Chi lo sa.
Al netto del fatto folkloristico, questa situazione non è un buon segnale. D’accordo, stanno festeggiando, vivaddio che qualcuno sia felice. Però chi fa queste cose dà molto fastidio ai vicini, del resto in settimana a mezzanotte normalmente si riposa. L’altra questione riguarda il generale senso di impunità che sembra diffondersi in città. Può capitare una volta, magari due, «ogni tanto», ma se succede sempre – tre sere sì e una no, per capirci – significa che chi spara fuochi d’artificio in mezzo alle case per festeggiare un compleanno pensa semplicemente di poterlo fare. Allora il fatto diventa più complesso, è quasi una notizia di costume. Perché si pensa di poterlo fare? Forse perché non ci sono i controlli. E perché non ci sono i controlli?
Certo nessuno si immagina i vigili urbani, o chi per loro, appostati in ogni via pronti a sanzionare l’imberbe festaiolo (perché di imberbi festaioli spesso si tratta), e nemmeno ronde di volanti che scandagliano i quartieri alla ricerca di fiamme libere e animi alticci. Ecco, però neanche questa cosa qui, dei fuochi d’artificio ogni sera. Al netto degli spacciatori e delle feste, qualche controllo in più, almeno per minare questo generale senso d’impunità, non guasterebbe. Anche perché, alla luce di questa situazione, le consuete e condivisibili ordinanze per vietare i botti a Capodanno assumono una cornice persino comica.