Caro Marcellino,
mi è proprio dispiaciuto che non siete venuti a Torino quest’anno, ma capisco che se dovete badare ai campi diventa difficile. Qui comunque tutto bene, abbiamo riparato la perdita nel bagno del ballatoio e anche i padroni di casa erano contenti.
Siamo poi andati da Luigi ad aiutarlo con la falegnameria, le pedane che ci hai mandato andavano bene, abbiamo dovuto solo tagliarne un paio perché non entravano nel ripostiglio, le altre le abbiamo usate tutte per rifare la copertura. Purtroppo il palazzo di fronte non è ancora molto stabile, gli ultimi due piani sono rimasti vuoti perché il mese scorso è crollato un pezzo di cornicione, così i vigili hanno detto che non era molto sicuro e un po’ di famiglie se ne sono andate. Dicono che le bombe inglesi hanno danneggiato un po’ le colonne portanti, ma devono ancora decidere se tirare giù tutto e rifare oppure mettere a posto. Sta di fatto che Luigi comunque vuole riaprire lo stesso la falegnameria, dice che adesso c’è ancora tanto lavoro e sarebbe stupido non farlo. Pazienza il palazzo di fronte, quello dove ha la bottega lui non è stato bombardato cinque anni fa come gli altri edifici del quartiere, quindi lui dice che non gliene importa nulla. Comunque settimana prossima torniamo a portargli due bancali, l’ho visto commuoversi perché dice che senza di noi non sarebbe riuscito a riaprire la bottega del papà. Ma a me sembra che lo vuole fare più per il caro Aldo che per il mercato della ricostruzione che sembra andare bene.
Piano piano le botteghe, comunque, hanno riaperto tutte. Finalmente vedo un po’ di gente che sorride, anche Vittorio del terzo piano, l’altro giorno ha aiutato Maria con le borse e le ha sorriso. Pensavamo che dopo che suo papà non è più tornato dal fronte forse non avrebbe mai più sorriso, per un po’ è stato così ma l’altro giorno ci ha stupito. Non capisco se è solo un’impressione mia, ma le strade sono più piene di gente, anche perché inizia ad arrivare qualcuno dal meridione. La settimana scorsa una famiglia di calabresi ha messo a posto l’alloggio di Piero, che era rimasto vuoto dopo che se l’erano portato via i fascisti. Non li conosco, sembrano brava gente ma come sai è meglio non fidarsi troppo.
La cosa bella è che l’altro ieri ho portato Maria a vedere il Giro d’Italia. Come ti dicevo nell’altra lettera, quest’anno è arrivato a Torino e siamo andati a vedere i ciclisti al Motovelodromo. Il giornale ha detto che eravamo decine di migliaia, in effetti eravamo tantissimi, quindi può pure essere. Alla fine ha vinto Franchi, è stato molto bello vedere la volata. Però non sono bravo a raccontare le cose, quindi ho aspettato un giorno a scriverti per comprare il giornale e ritagliarti la pagina. Te la mando insieme a questa lettera.
Fammi sapere se poi quest’anno vi escono le ciliegie.
Il tuo amico Oreste
Torino, 30 maggio 1950