La foto in copertina è di Michele Guaraldo ed è stata pubblicata sulla pagina Facebook del Mercato dei Poeti.
Di poesia si parla sempre troppo poco. O meglio, se ne parla in canali dedicati e quando ne esce viene spesso trattata come una chimera. Eppure nella poesia ci sono le chiavi per capire il mondo, per interpretarlo e per alleggerire la pressione della quotidianità. No, c’è molto di più. Tuttavia non parlerò di poesia perché non è il mio campo, ne riconosco l’importanza e la meraviglia, ma non fingerò di esserne esperto. Mi piacerebbe ricordare, piuttosto, il legame fra la poesia e la città di Torino.
Poesia non è soltanto la paginetta scritta in versi che racconta una storia. Poesia è soprattutto il poetry slam, le letture, gli eventi. Un mondo che è stato praticamente spento e che anche i poeti torinesi hanno ricordato, con un flashmob, lo scorso 5 novembre. A guidare l’evento sono stati Max Ponte e Valerio Vigliaturo, che hanno poi lanciato un concorso a gennaio. Fra gli esponenti della poesia torinese più noti al grande pubblico c’è sicuramente Guido Catalano, che ha all’attivo diversi libri e alcune apparizioni in televisione. La poesia, tuttavia, non è fatta solo di volti noti e meno noti, alla base ci sono i progetti.
Perché parlo di questo argomento? Perché domenica 21 marzo ricorre la Giornata mondiale della poesia. Per l’occasione, la Fondazione Cirko Vertigo propone uno spettacolo su Nice Platform sabato 20 marzo alle ore 21. Si tratta di Magnificat di Arianna Scommegna, opera dedicata ad Alda Merini, per i 90 anni dalla nascita della poetessa. In scena anche Giulia Bertasi alla filarmonica per la regia di Paolo Bignamini.
Il legame di Alda Merini con il Piemonte è piuttosto tenue. Durante la Seconda guerra mondiale, lei con la sua famiglia fu costretta a scappare da Milano per sfuggire alle bombe. Si rifugiarono a Vercelli, dove viveva una zia della futura poetessa (all’epoca dodicenne). Restò lì fino alla fine della guerra, lavorando come mondina. A raccontare la sua vita c’è un bellissimo sito web curato da una delle sue figlie, Flavia Carniti.
Torino in più occasioni ha ricordato Alda Merini con spettacoli e letture, pur non avendo con la poetessa particolari legami storici a parte alcune pubblicazioni con Einaudi. Ad esempio l’antologia Fiore di poesia curata da Maria Corti. Nel periodo in cui Alda Merini si preparava a diventare la grandissima poetessa che tutti conosciamo, peraltro, a Torino nacquero interessanti progetti letterari che è bene ricordare per capire quanto la dimensione poetica faccia parte di questa città senza per forza risalire a Giovanni Arpino o Guido Gozzano.
Nel 1968, Adriano e Maurizio Spatola fondarono le celebri Edizioni Geiger, che pubblicarono esperimenti poetici di rilievo fino al 1979. Per tornare ai giorni nostri, o quasi, è degna di nota l’esperienza di Torino Poesia, che fra il 2006 e il 2010 portò alla nascita di un festival omonimo e anche della casa editrice Manifattura Torino Poesia. Ne parla sul suo sito web uno dei fondatori, Tiziano Fratus, elencando anche i nomi di tutti i principali esponenti di quell’avventura. Infine arriviamo al Mercato dei Poeti. La sera del 12 maggio 2019, Piazza della Repubblica, dove di giorno si tiene abitualmente il mercato di Porta Palazzo, ospitò questa iniziativa. I banchi furono allestiti da poeti e artisti di strada, che distribuivano poesie, performance, attività creative e piccoli reading. Un’esperienza stimolante, intensa, che rendeva palpabile quanto fosse fertile il terreno culturale torinese. Un’esperienza che forse si sarebbe ripetuta, se non fosse accaduto quello con cui ancora oggi ci confrontiamo.
Questo piccolo excursus, senza pretesa di storicità, vuole solo ricordare che il mondo culturale a Torino esiste e produce. Le forze per trovare idee nuove, a ben vedere, ci sono. Tocca esprimerle e declinarle in base al momento che viviamo.