Il teatro è un volano di iniziative ed energie. Il territorio piemontese, e Torino in particolare, ha al suo interno una miriade di compagnie e realtà teatrali, spesso impegnate su più fronti (non c’è solo il palcoscenico come lo intendiamo), che tengono insieme un tessuto culturale piuttosto ricco. Ciò che manca, in un Paese nel quale è ancora il consumo a dominare ogni finalità produttiva, è un sostegno strutturato al settore. Difficile immaginare che qualcuno paghi delle persone per pensare, per creare, per proporre idee e soluzioni.
Ci ha pensato il Teatro Stabile di Torino. Verso la fine del 2020, l’ente diretto da Filippo Fonsatti aveva lanciato il progetto Argo coinvolgendo decine di artisti del territorio per la produzione, letteralmente, di idee. Scritturati e pagati per un mese. Ora ci riprova e «occupa» il palcoscenico dei teatri Gobetti e Carignano, in centro a Torino, per concederli per circa un mese a sei compagnie selezionate sul territorio: Lab Perm, Piccola Compagnia della Magnolia, Mulino ad Arte, Accademia dei Folli, Asterlizze Teatro, Giacopini-Vacis.
Potranno completare le prove di sei spettacoli che saranno poi programmati nel cartellone estivo dello Stabile: Dall’altra parte di Ariel Dorfman, L’Arte del Vivere e del Morire – Tragodia Project di Domenico Castaldo, Aldiquà di tutto di Christian di Filippo, Un pianeta ci vuole di Ugo Dighero, Daniele Ronco e Marco Melloni, Signorina, lei è un maschio o una femmina di Gloria Giacopini e Giulietta Vacis, Una cosa che so di certo di Giulia Ottaviano e Alba Maria Porto.
E poi la formazione. Per dieci giorni, il direttore artistico, Valerio Binasco, terrà un workshop per otto allievi (e 12 uditori) a Teatro Carignano. C’è un bando per partecipare sul sito ufficiale dell’ente teatrale nazionale.
È un modo per sostenere il pensiero, le energie culturali di un territorio. Gli enti pubblici, di solito, fanno così. Lo Stabile è sempre più un punto di riferimento in questo campo, un nodo di raccordo fra il tessuto culturale e le istituzioni.