Foto in copertina: aboutartonline.com

La cultura torinese si muove lungo l’asse dei musei, almeno stando alle scelte dell’assessora alla cultura, Rosanna Purchia. L’ex commissaria del Teatro Regio ha chiamato Andrea Viliani a farle da consulente, per occuparsi principalmente del sistema museale. Un ambito ricco, a ben vedere, ma segnato da diversi problemi strutturali. Per questo lavoro è arrivato un vero esperto, perché Viliani vanta un curriculum di tutto rispetto e ha conosciuto Purchia quando ha diretto il Museo Madre di Napoli. Ora è il curatore del Centro di Ricerca del Castello di Rivoli.

La sua prima uscita ufficiale nella nuova veste è arrivata stamattina, 21 dicembre, in concomitanza con un’altra «prima», quella di Davide Quadrio, nuovo direttore del Mao (dove si insedierà a metà febbraio). «La maggior parte dei musei – ha detto – ha meccanismi di produzione complessi. Farò uno studio rispetto alle comunità locali. L’idea è indagare gli aspetti economici, culturali e scientifici complessi, che espandono il mondo dell’arte contemporanea, intervenendo sull’idea del contemporaneo». Il resoconto più ampio sarà domani sul Corriere Torino.

Viliani, invece, ha parlato di Torino come «città laboratorio», un aspetto che era già stato evidenziato nel passato recente, ma con particolare attenzione all’aspetto museale. «Il fatto che ci sia un Museo d’Arte Orientale – ha detto – indica che occorre toccare cose fuori dal museo». Lo sguardo va alla città metropolitana, certo, ma soprattutto a Milano, lungo l’asse già battuto grazie al festival MiTo Settembre Musica. «Questa esperienza – ha aggiunto Viliani – può essere sviluppata anche oltre i confini della regione, creando sistemi fluidi fra comunità cittadine diverse». Anche se un rapporto più forte con i musei e le realtà artistiche dell’ex Provincia di Torino servirebbe come il pane, perché il capoluogo tende a guardare verso gli altri capoluoghi di regione spesso bypassando il tessuto locale. Un vizio dei torinesi, peraltro, che spesso pensano più a Milano che a Pinerolo o Moncalieri.

Tuttavia la nomina di Viliani rispecchia quanto lasciato intendere dall’assessora Purchia al suo insediamento: colmare le proprie lacune nella conoscenza del territorio (perché arriva da fuori e nell’ultimo anno si è giustamente occupata solo del Teatro Regio) circondandosi di esperti. «Una delle cose che possono entrare nell’agenda di Torino – ha aggiunto Viliani – è rafforzare il dialogo fra istituzioni. Il Mao è strutturato con l’Accademia Albertina, con le università cittadine, ma qui ci sono i musei aziendali o enti che rappresentano l’identità industriale del territorio, come il Museo dell’Automobile». E chissà che non si possa dar seguito alle parole di Purchia sul Palazzo del Lavoro, solo, vuoto e abbandonato, la cui condizione di disfacimento grida vendetta da anni.

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Un pensiero riguardo “Alla cultura va Viliani, Torino punta sui musei

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